CS| “Venezia: Storie di Mestieri antichi, Giardini delle spezie e Gastronomia, al tempo della Serenissima Repubblica”

 

 “Venezia: Storie di Mestieri antichi, Giardini delle spezie e Gastronomia, al tempo della Serenissima Repubblica”

 

In occasione della conclusione delle celebrazioni per i 1600 anni della fondazione di Venezia Camera di Commercio di Venezia Rovigo ha presentato oggi a Ca’ Farsetti il volume che ripercorre le tradizioni e la storia dei commerci, i mestieri e i costumi della Repubblica Serenissima.

I tre capitoli curati da Silvia Gramigna, Mirella Canzian e Anna Alberati visitano le interazioni dei commerci di Venezia con l’enogastronomia e gli usi e costumi della società veneziana nei secoli della Repubblica marinara.

Venezia, 31 marzo - È stato presentato questa mattina a Ca’ Farsetti nella sede del Comune di Venezia, il volume “Venezia: Storie di Mestieri antichi, Giardini delle spezie e Gastronomia, al tempo della Serenissima Repubblica” curato dall’Associazione Pubblici Esercizi di Venezia AEPE in collaborazione con la Camera di Commercio di Venezia Rovigo, che ricostruisce la storia dell’associazionismo, delle arti e dei mestieri, dei costumi e delle tradizioni enogastronomiche della Repubblica della Serenissima.

Il libro formato da tre capitoli curati da Silvia Gramigna, Mirella Canzian e Anna Alberati nasce dall’intento di celebrare la fondazione della città di Venezia nell’anno del suo 1600esimo Anniversario, e sostenere allo stesso tempo la valorizzazione di alcuni mestieri artistici tradizionali della Repubblica veneziana quale ulteriore motivo di approfondimento e di stimolo per i visitatori che cercano una valida ed interessante alternativa ai percorsi turistici classici.

“Immaginare un futuro all’altezza del passato, è l’obiettivo di questo volume sulla storia dei mestieri, del saper fare artigiano e delle eccellenze che hanno reso una città ultra-millenaria come Venezia unica nel mondo – ha dichiarato Massimo Zanon, Presidente CCIAA di Venezia Rovigo - Venezia è la metafora della vita, una città che si trasforma, un organismo vivente di cui prendersi cura. Dove ieri c’era uno specchio d’acqua oggi c’è una città unica al mondo per bellezza e storia. In questo senso la condivisione di questa pubblicazione da parte della Camera di Commercio di Venezia Rovigo vuole essere un omaggio allo spirito d’innovazione della classe imprenditoriale e allo straordinario estro creativo delle maestranze veneziane che l’ente rappresenta”.

Dallo studio di Silvia Gramigna, che ha curato il capitolo del libro dedicato all’associazionismo, si evince chiaramente come l'attuale sistema corporativo di mestieri e categorie tragga origine da quello sorto nel lontano medioevo e che concetti sociali, quali il sistema pensionistico, sanitario, il rispetto delle ore lavorative, l'inclusione e organizzazione della forza lavoro straniera, fossero a quel tempo ben organizzati, in maniera quasi “moderna”. Metodologie di accesso al lavoro, sistemi di lavorazione dei prodotti, orari e paghe erano lasciati in gestione alle Scuole, alle corporazioni di arti e mestieri. Alla libertà organizzativa veniva dato riconoscimento oltre che giuridico anche con status sociale dignitoso dove i doveri verso lo stato (tasse e quant'altro) venivano sentiti come giusto contributo alla causa comune.

“Alla base dell'associazionismo veneziano c'era un grande senso morale religioso e un forte orgoglio di appartenenza alla propria corporazione e alla Repubblica – commenta il direttore di AEPE Venezia, Ernesto Pancin - Ancora oggi le nostre associazioni, eredi di questo spirito, ma inserite in un contesto molto diverso, hanno interesse a rileggere la storia sociale di Venezia nell'ottica di immaginare un futuro all'altezza del passato”.

Nella parte dedicata agli orti e ai giardini veneziani Mirella Canzian descrive un colloquio immaginario con Pietro Antonio Michiel, nato nel 1510 a Venezia e appassionato di botanica e creatore di un mirabile giardino privato e di un erbario custodito nella Biblioteca Marciana, facendo emergere come i nobili patrizi, ma non solo, avevano all'interno della loro dimora oltre al pozzo, elemento indispensabile in una città "immersa nell'acqua ma senza acqua", il giardino che veniva utilizzato sia per godimento e svago, adornato di siepi e fiori variopinti e profumati, che per coltivazioni di ortaggi, viti e frutta.

Nella terza parte del volume dedicata alla ricerca della cucina nella Serenissima Repubblica di Venezia attraverso antichi libri, curata da Anna Alberati riscopre antiche ricette caratterizzate da contaminazioni con paesi e popoli lontani e diversi. Alle suggestioni, agli alimenti e alle pratiche cucinarie delle genti forestiere si affiancavano, infatti, le ricchezze vicine dei prodotti del suo mare, della sua laguna, degli orti presenti nelle isole.

“Oggi si stanno rivalutando, attraverso il lavoro e l’impegno di varie associazioni territoriali, queste potenzialità, attraverso il recupero di giardini storici e la coltivazione di prelibatezze vegetali da proporre in ristoranti con una clientela interessata alla qualità del cibo e alla sua produzione rispettosa dell'ambiente, come pure da vendere in loco in quei mercatini di prossimità oggi sempre più frequentati – ha aggiunto Ernesto Pancin – Recuperare queste tradizioni ci aiuta ad andare oltre verso nuovi orizzonti puntando, come in passato, alla qualità, alla specificità e alla raffinatezza che da sempre hanno caratterizzato questa meravigliosa città, di abbiamo celebrato con orgoglio i 1600 anni di storia."

06/07/2022
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