Percorso ESG

ESG operare in maniera sostenibile

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La Camera di Commercio di Venezia Rovigo ha deciso di accompagnarvi in un percorso informativo nell'ambito della sostenibilità, per accrescere la conoscenza e la cultura aziendale verso una tematica con la quale le imprese sono chiamate, ormai sempre più spesso, a doversi confrontare.

Iniziamo oggi con la sigla ESG: che cosa significa?

ESG è un acronimo che sta per: Environmental (ambientale), Social (sociale) e Governance (governo societario), ovvero tutte le tematiche di riferimento che un’organizzazione deve considerare nella propria strategia aziendale al fine di operare in maniera sostenibile.

La sigla ESG nasce dal mondo della finanza e compare per la prima volta nel 2004 all’interno della pubblicazione “Who Care Wins – Connecting Financial Markets to a Changing World”, iniziativa promossa da Kofi Annan, l’allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di sviluppare delle linee guide per integrare i fattori non-finanziari nell’analisi e nei processi decisionali riguardanti gli investimenti.

Da allora, i criteri ESG hanno iniziato ad essere sempre più utilizzati come strumento per valutare le performance di sostenibilità delle aziende. Infatti, negli ultimi anni il quadro di riferimento ESG ha guadagnato terreno, poiché sempre più investitori scelgono di investire in aziende e progetti che non solo sono economicamente vantaggiosi, ma che contribuiscono altresì a generare un impatto positivo su ambiente e persone.

CSRD, la nuova normativa europea sul Bilancio di Sostenibilità

Il 5 gennaio 2023 è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, la cosiddetta CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive). 

L’obiettivo del legislatore europeo è quello di rafforzare l’informativa di sostenibilità, per migliorare il flusso di capitali verso attività sostenibili in tutta l’UE, contribuendo alla transizione verso un sistema economico e finanziario pienamente sostenibile e inclusivo, in linea con il Green Deal Europeo e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). 

La CSRD amplia e approfondisce la precedente Direttiva sulla Rendicontazione Non Finanziaria (Direttiva 2014/95/UE - NFRD). 

Le principali novità sono:

  • Estensione del novero delle imprese che saranno tenute a rendicontare i loro risultati ESG. In tutta l’UE le imprese coinvolte saranno circa 49.000, di cui 4.000 soltanto in Italia:

Reporting nel 2025

su anno fiscale 2024

Reporting nel 2026

su anno fiscale 2025

Reporting nel 2027

su anno fiscale 2026

Reporting nel 2029

su anno fiscale 2028

Enti di interesse pubblico(imprese quotate, banche e assicurazioni attualmente soggette alla NFRD) con almeno due di questi requisiti:

  • + 500 dipendenti
  • + 20 mln stato patrimoniale
  • + 40 mln ricavi netti.






Grandi imprese (quotate e non) con almeno due di questi requisiti:

  • + 250 dipendenti
  • + 25 mln stato patrimoniale
  • + 50 mln ricavi netti.

PMI quotate*, istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e imprese assicurative dipendenti da un Gruppo che abbia:

  • tra 10 e 250 dipendenti
  • tra 350 mila e 20 mln stato patrimoniale
  • tra 700 mila e 40 mln ricavi netti.


*(sono escluse le micro-imprese)

Società Capogruppo che risiedono in paesi extra UE, che abbiano generato nell’UE ricavi netti superiori a 150 mln negli ultimi due esercizi consecutivi e:

  • hanno un’impresa figlia che soddisfa i requisiti dimensionali della CSRD
  • oppure una succursale che abbia generato ricavi netti superiori a 40 mln nell’esercizio precedente

 

  • Introduzione della doppia materialità;
  • Ampliamento degli aspetti di sostenibilità da rendicontare, comprendendo informazioni su rischi, opportunità, politiche, impatti, e risultati ESG, e la loro correlazione con le performance economico-finanziarie riportate nel tradizionale bilancio civilistico;
  • Integrazione degli aspetti ESG lungo tutta la catena del valore;
  • Inclusione dell’informativa di sostenibilità all’interno della Relazione sulla Gestione, e non in un documento separato;
  • Adozione di un unico standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standard);
  • Comunicazione digitalizzata, al fine di aumentare la diffusione del reporting;
  • Obbligatorietà di asseverazione delle informazioni pubblicate da parte di un ente terzo accreditato.


Come anticipato sopra, la nuova direttiva chiede alle grandi imprese di identificare e valutare gli impatti delle proprie attività sui fattori ESG lungo l’intera catena del valore, ciò significa che dovranno considerare sia le imprese con cui collaborano a monte (fornitori) che a valle (clienti). Quindi la misurazione, il monitoraggio e la relazione sulle performance ESG saranno richiesti anche alle PMI (quotate e non), che spesso costituiscono la rete di approvvigionamento per le grandi aziende. Di conseguenza, le PMI diventeranno inevitabilmente parte integrante di questo processo di cambiamento sostenibile.

21/05/2024

Rating ESG: che cos'è?

Un Rating ESG può essere definito come un punteggio (o score), basato su una metodologia consolidata e fornito da un soggetto terzo, attribuito alle performanceambientali, sociali e di governance di un'impresa. Proprio come un rating di credito comunica la capacità di un soggetto di ripagare il debito, così i rating ESGcomunicano quanto sia efficace la strategia ESG di un’organizzazione.

I rating ESG sono sempre più degli elementi determinanti per un’azienda, anche per le piccole e medie imprese, per accedere a determinati finanziamenti, o per restare in una relazione commerciale.

Un buon rating ESG può consentire all’impresa di:

  • anticipare i rischi e le opportunità future;

  • adottare un pensiero strategico a lungo termine;

  • dare priorità alla creazione di valore nel lungo termine rispetto ai guadagni a breve termine;

  • migliorare il valore reputazionale e le relazioni con gli stakeholder;

  • accedere più facilmente al credito bancario.

Le banche stanno mostrando un interesse crescente nel finanziare le aziende che raggiungono alte performance ESG, in quanto sono considerate più solide e con un minor rischio di credito. 

Sono ormai molteplici i framework ESG presenti sul mercato, sviluppati da agenzie di rating, società di consulenza o istituti di credito, che le imprese possono utilizzare per calcolare il loro livello di sostenibilità.

05/06/2024

La E di Environmental

La dimensione E - Environmental misura la sostenibilità ambientale dell’azienda attraverso la quantificazione del suo impatto sull’ecosistema e sulle risorse naturali.

Si considerano per esempio i seguenti aspetti:

  • consumi energetici

  • uso di energia rinnovabile

  • consumi idrici

  • gestione dei rifiuti ed economia circolare

  • possesso di certificazioni ambientali (es. ISO 14001, Emas)

  • quantificazione delle emissioni di CO2 e politiche per la loro riduzione

  • politiche e azioni per l’adattamento ai cambiamenti climatici

  • impatti sulla biodiversità.

Per non cadere nel greenwashing, è fondamentale agire con trasparenza

Per greenwashing (letteralmente “lavarsi di verde”) si intende una pratica di comunicazione o di marketing intesa a presentare un prodotto, un servizio, gli obiettivi e/o le politiche di un’azienda, come a basso impatto ambientale e rispettose dell’ambiente, ponendo l’attenzione su azioni che in realtà non sono autentiche, ma promosse al solo scopo di mostrarsi più “verdi” e “sostenibili”. Proprio per arginare questo fenomeno, l’Unione Europea è intervenuta con la Direttiva 2024/825 “Responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione”, che modifica la Direttiva 2005/29/Ce sulle pratiche commerciali sleali.

Per questo, la raccolta e la rendicontazione dei dati in ambito ambientale deve avvenire in maniera accurata e dimostrabile, al fine di poterli poi comunicare in maniera chiara e veritiera, per comprovare impegno e responsabilità verso la sostenibilità ambientale.

 
Ultimo Aggiornamento: 19/06/2024

La S di Social

Quando si parla di sostenibilità, molto spesso il primo pensiero ricade su l'accezione ambientale del termine, ai concetti di “green” ed “eco-friendly”. In realtà, il paradigma ESG eguaglia i tre ambiti attribuendo la stessa importanza per la sfera sociale come per l’ambiente e la governance.

Il criterio S - Social si riferisce all’impatto sociale dell’impresa, che può essere definito come l’insieme delle strategie e delle attività che l’azienda pone in essere nei confronti dei diversi portatori di interessi con cui opera: lavoratori, fornitori e comunità locale in cui opera. 

Si considerano, per esempio, i seguenti aspetti:

  • condizioni di lavoro dei propri dipendenti (es. politiche retributive, orari di lavoro, conciliazione vita privata-lavoro);

  • formazione e aggiornamento del personale;

  • politiche su pari opportunità, diversità e inclusione;

  • salute e sicurezza sul luogo di lavoro;

  • gestione della catena del valore (es. rispetto dei diritti umani da parte dei propri fornitori, monitoraggio della soddisfazione dei clienti, );

  • rapporti con la comunità locale (es. partecipazione a programmi e/o progetti a supporto della comunità).

Anche se la dimensione sociale viene ancora percepita come aspetto secondario, è ad oggi uno dei fattori essenziali per la reputazione, la produttività e la redditività di un'azienda.

Ultimo Aggiornamento: 02/07/2024

La G di Governance

La dimensione G - Governance riguarda il governo societario. La governance si compone dell’insieme di condotte che determinano l’amministrazione di un’azienda, non solo in riferimento ai fattori economici e finanziari: entrano in gioco, per esempio, la compliance, cioè la conformità alle normative vigenti, l’etica professionale e la prevenzione dei rischi.

Mentre le aziende tendono a concentrarsi sulle performance ambientali, e su alcuni indicatori sociali, agli aspetti di governance è stata data relativamente poca importanza nel discorso ESG. Eppure la governance non è solo una parte del quadro ESG, ma costituisce la base per l'implementazione di "E" e "S".

I temi più rilevanti che vengono presi in considerazione per giudicare la governance di un’azienda sono:

  • Diversità del consiglio di amministrazione

  • Etica e condotta

  • Trasparenza e strategia fiscale

  • Conformità alle normative ESG

  • Gestione del rischio

  • Corruzione e pratiche anticoncorrenziali

  • Protezione dei dati, privacy e cybersicurezza

  • Struttura decisionale ESG

  • Controlli sui dati ESG

  • Rendicontazione e comunicazione ESG.

Dietro ogni violazione degli impegni ambientali o sociali di un'azienda, c'è una governance aziendale inefficace. Inoltre, la governance influisce sull'integrità delle informazioni ESG, determinando se gli indicatori ESG sono monitorati e riportati in modo etico. Infine, una governance adeguata aiuta ad allineare le esigenze e le aspettative tra i diversi stakeholder (proprietà, dipendenti, clienti, fornitori, enti locali…), a supportare la crescita e la strategia a lungo termine.

 
Ultimo Aggiornamento: 16/07/2024

Contatti utili

Per informazioni:

Ufficio Unico Ambiente
tel. +39 041 786151 / 153 / 169 / 177 

e-mail: ambiente@dl.camcom.it

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